Perché non siamo andati alla biennale

L’arte è il non detto, è il nascosto e il nascosto non lo collochi dove vuoi a meno che non si creda che il sistema dell’arte sia più duraturo dell’arte, cioè velocità, globalizzazione estetica, virtualità, smaterialità.

 

L’arte non è semplice cibo da mansire; l’arte è esperienza per il mondo che si emoziona sul mondo.

 

Ancora una volta l’arte italiana è stata espropriata. Il Padiglione Italia, ancora una volta ridotto a colonia internazionale indifferenziata… siamo terra di conquista.

 

La Biennale è a Venezia, in casa nostra, sul nostro territorio e gli artisti italiani sono “sminuzzati” e a brandelli inseriti come pretesto, non esposti nel loro padiglione che è chiamato Italia e non inteso, come ora, padiglione centrale generalizzato.

 

Perché non si chiede ai padiglioni USA, Inghilterra, Germania e Francia (cioè i più potenti) di concedere il loro spazio per mostre internazionali “a tema”?

 

L’esclusione dell’Italia e del suo padiglione deve diventare una lezione per la maggior parte dei critici, curatori, galleristi e istituzioni di casa nostra che importano esterofilia senza potere di reversibilità dimostrando debolezza se non incapacità di “difesa”, siamo stanchi di essere sempre scelti e/o cassati, vorremmo scegliere e sceglierci.

 

Speriamo che questo avvenga non in un nuovo padiglione “fuori luogo”, decentrato e laterale ma nel nostro italiano ai giardini di S. Elena.

 

 

Il Consiglio Direttivo

Amici della Galleria d’Arte

Moderna di Bologna